Buon lunedì a tutti e a tutte! Iniziato bene l’autunno? Spero proprio di sì.
Io mi sono messa d’impegno in cucina (strano, vero?) per preparare la “Cotognata di pere cotogne”, una vera delizia che ho appreso dalle ricette di mia nonna.
Il procedimento è un po’ lungo, ma vi assicuro che ne vale la pena, anche perché se provate ad assaggiare una cotogna a crudo, potreste rimanere molto delusi (è immangiabile, perché “lega” lingua e palato).
Spiegando in due parole (ma occorre qualche ora…), la pera cotogna va sbucciata e bollita in acqua, finché non risulta tenera al tatto. Va poi scolata con l’ausilio di quello che dalle nostre parti chiamiamo “burazzo”, cioè uno strofinaccio di stoffa, per togliere tutta la parte acquosa (e in quest’operazione consiglio anche l’uso di un peso per esercitare la dovuta pressione). Infine, le cotogne bollite e asciugate vanno frullate e messe cuocere, assieme a un’identica quantità di zucchero, per un tempo di circa 3 – 4 ore, finché non si ottiene quel tipico colore ambrato che vedete in foto. Dopo, non vi resta altro che gustare la vostra cotognata o conservarla in vasetti di vetro.
A proposito, mai dimenticare anche qualche cenno storico: il cotogno è uno degli alberi da frutto più antichi che siano giunti fino a noi. A seconda della forma dei suoi frutti, che sono di fatto un ibrido tra mele e pere, si dice comunemente “pera cotogna” o “mela cotogna”. Lo conoscevano già i Babilonesi, oltre duemila anni fa, e presso i Greci era considerato sacro ad Afrodite, cioè la Venere dei Romani. Stai a vedere che ha anche virtù…afrodisiache!
Di nuovo buon lunedì!