E’ una ricetta moderna, questa volta, che però poggia su una solida tradizione culinaria, come suggerisce già il nome che porta. “Timballo”, infatti, che altri chiamano “pasticcio”, ha un’etimologia che deriva dal francese arcaico e che ci riporta al tamburo. Ma, al di là della forma e delle curiosità linguistiche, che anche in cucina non bisogna mai sottovalutare, mi piace immaginare che questo piatto sarebbe stato molto apprezzato anche in altre epoche. Ad esempio, nei banchetti allestiti presso le corti tardo medievali e rinascimentali, era particolarmente diffusa l’usanza di preparare “pasticci”, torte salate e altro ancora che potesse stupire i commensali. Per una questione di gusto – era raccomandato dai grandi chef del tempo mescolare più ingredienti – ma anche di vista. Perché anche gli occhi, in tutte le epoche, hanno sempre avuto la bocca grande…